Il neo-tecnico dei salentini si presenta ai microfoni per questa nuova sfida in panchina a distanza di due anni
Per provare a risollevare
le sorti di una stagione che rischia seriamente di complicarsi, il Lecce ha
deciso di affidare la guida della squadra a Marco Giampaolo. Ex allenatore tra
le altre di Siena, Milan e Torino, il tecnico nativo di Bellinzona torna a
sedere su una panchina a distanza di due anni dall’ultima volta dopo un’esperienza
tutt’altro che entusiasmante alla Sampdoria. Una grande occasione di riscatto
per il nuovo mister dei salentini intervenuto questa mattina nella classica
conferenza stampa di presentazione.
“Ho grande voglia di
allenare e ho entusiasmo come se iniziassi oggi per la prima volta. Entrerò in
un ambiente nuovo per me, e ho bisogno di tempo per conoscere i calciatori. Ho
già avuto modo di vedere giocare il Lecce in campionato, e l’ho rivisto in modo
più dettagliato negli ultimi giorni. Come mai accetto questa nuova sfida? Il
mio sì al Lecce e una grande opportunità per riaffermare le mie idee di calcio
e ritengo siano presenti calciatori con le caratteristiche giuste per esprimere
al meglio il mio pensiero. Ricambierò questa chance offerta dal club con tanta
serietà e determinazione. Corvino mi ha chiesto di lavorare sulla squadra come se fosse un laboratorio e
il mio focus d’ora in avanti sarà su questo. Mi hanno parlato benissimo della
città e sono sicurò che al termine del mio lavoro avrò modo di visitarla”.
Sulla rosa a disposizione
Marco Giampaolo interviene così: “Abbiamo tantissime ali e due prime punte,
considerando tale anche Rebic che ho avuto al Milan per poco più di un mese, ma
che ricordo come un ragazzo volenteroso, tignoso, sporco e cattivo. Rebic deve
essere una risorsa per la squadra, così come Krstovic e Burnete. Le qualità
individuali possono aiutarci a fare meglio, ma il mio focus è la squadra. Oggi
si gioca in 16, non ci sono solo 11 titolari. Dobbiamo cercare di fare un salto
di qualità mentale. La squadra credo sia stata costruita per giocare in un
modo. Però, detto alla vecchia maniera è stata costruita per giocare con due
ali e una punta. Non penso sia importante il modulo, ma alla fine ciò che conta
sono i principi e le qualità dei calciatori. Se giochiamo a calcio abbiamo
più possibilità di vincere le partite. La mia idea è quella di garantire una
proposta di gioco, e per farlo ci vogliono conoscenze e qualità tecniche.
Questa squadra non credo che sia a digiuno di qualità tecniche. La mia idea è
quella di giocare, di fare la partita e non solo di subirla. Per me un
passaggio in più non è sprecato se hai già un obiettivo in testa. Il
calcio è cambiato? Fino a qualche anno fa c'era ancora chi pensava di
presidiare gli spazi. Oggi si gioca uomo contro uomo e non esistono più i
sistemi di gioco. Si difende in un modo e si attacca in un altro. Bisogna star
dietro al cambiamento.”
L’ex allenatore della
Sampdoria esprime il suo pensiero anche sull’obiettivo salvezza: “Ci sono tante
altre contendenti e per centrare l’obiettivo ci sarà da lottare fino alla fine.
Ciò che è certo è che la rincorsa-salvezza sarà decisa sui dettagli. Ho già
alcune idee su come migliorare la squadra, ma dovrò prima conoscere meglio l’ambiente
e i calciatori per capire quale direzione intraprendere. Ci mancano sette nazionali
e all’inizio dovranno essere i giocatori stessi a metterci un po’ del loro.”
Infine, non poteva non
mancare un appello ai tifosi giallorossi: “Il loro sostegno è determinante per
il bene della squadra. La squadra va incitata sempre fino al 95°, e se avrà
deluso sarà giusto prendere i fischi e incolpare prima di tutto l'allenatore.
Credo che il sostegno incondizionato durante la partita sia fondamentale, e
possa anche portarci alla vittoria.”