Termina in parità allo stadio Ventura
Di Vito Prigigallo - Se ritorno in Serie D dev’essere per il Bisceglie, la strada è costellata di pezzi di vetro. È infatti il terzo pareggio per i nerazzurri nei playoff nazionali di Eccellenza. Dopo il 3-3 e l’1-1 che ha consentito ai pugliesi di eliminare la Vigor Lamezia nel primo turno degli spareggi che valgono l’Interregionale, ecco l’1-1 con il Costa d’Amalfi nella gara d’andata della finale. Domenica 16 giugno si deciderà il destino della formazione di Pino Di Meo ma occorre l’impresa: vincere con qualsiasi risultato, oppure pareggiare realizzando almeno due gol. Il risultato speculare a Maiori porterebbe ai tempi supplementari e, in caso di permanenza della parità assoluta, ai calci di rigore.
Fa caldo al Gustavo Ventura, ancora una volta gremito di appassionati, come nei precedenti spareggi, a cominciare da quello con il Molfetta (fu pareggio anche in quella circostanza: lo 0-0 premiò la prima della classe, vale a dire il Bisceglie) per vincere il Girone A dell’Eccellenza pugliese. Di Meo deve rinunciare a Kouamé squalificato e tiene precauzionalmente in panchina Di Rito, insieme a Avantaggiato che torna disponibile dopo i tre turni di squalifica. Il tecnico schiera davanti a Suma la solita difesa a quattro con Farucci e Morisco esterni, capitan Sanchez e Lucero (l’uomo del gol-qualificazione al 98’ con il Lamezia, sette domenica 2 giugno) centrali; Stefanini e Monaco dirigono l’orchestra a centrocampo, Koné e Mangialardi presidiano le corsie esterne, Bonicelli e Pignataro sono i terminali offensivi.
Gino Proto, dal canto suo, schiera il babau Cappiello al centro dell’attacco, sulle fasce opera il folletto Apicella, Massa e Petrosino sono i custodi di una difesa molto ben organizzata. Che va in soggezione solo tra il 39’ e il 40’ della prima frazione di gioco, allorquando prima Bonicelli e poi Pignataro (l’acrobatica girata del bomber brindisino manca di poco il bersaglio. Intanto, il portiere ospite Manzi era stato beffato da Monaco. Al 12’ del primo tempo un lungo lancio dal cuore del centrocampo del mediano nerazzurro si trasforma in una freccia al curaro. Uno a zero e tutto sembra facile, anche perché il vantaggio arriva dopo che Celia aveva sprecato una buonissima chance per dare il vantaggio ai salenritani.
Non sarà così.
Il Bisceglie prova a giocare a due tocchi, prova a innescare Koné e Pignataro, ottimamente marcato dei difensori biancazzurri (in completo rosso, Bisceglie in total-white), ma non scatta la scintilla per l’incendio vincente.
Si fa male Cappiello (protagonista nel primo tempo di un clamoroso liscio) e pare un ulteriore segnale positivo. E invece accade l’impensabile: cross da calcio d’angolo, incertezza di Suma e colpo di testa vincente di Pepe che insacca da pochi metri.
C’è tempo. Ma il Bisceglie accusa il colpo, la fatica e il caldo. Di Meo opera tre cambi contemporaneamente, inserendo anche Di Rito, il cui apporto sarà impalpabile. Il Bisceglie reclama un calcio di rigore (un arbitro benevolo e non il signor Polizzotto di Palermo, avrebbe anche potuto concederlo), ma non può bastare. Sfiora il raddoppio la squadra della città dei tre santi con un calcio di punizione di Stefanini che esce di un nonnulla, toccando anche il montante alla destra dell’estremo difensore campano. Dopo un bel po’ di crampi degli ospiti e 5’ di recupero, il match finisce.
Se proprio ritorno in Quarta Serie dev’essere, beh, a Maiori, sul piccolo campetto con terreno di gioco in erba sintetica, il Bisceglie deve fare l’impresa.